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Traduzioni e Comunicazione

Votare e responsabilizzare chi va in Europa
Scritto da Paolo Magagnotti   
Lunedì 18 Maggio 2009 13:51

Il 6 e 7 giungo elezioni europee
Votare e responsabilizzare chi va in Europa

Fra poche settimane, il 6-7 giugno, gli elettori dei 27 Paesi dell’Unione Europea andranno alle urne per il rinnovo i 736 membri del nuovo Parlamento Europeo (78 per l’Italia, di cui 13 per la circoscrizione nord-est di cui fa parte anche il Trentino), che rappresenteranno quasi 500 milioni di persone. Un suffragio universale con regole diverse nei vari stati ma con dei principi generali in comune. Dal 1979 il PE è eletto a suffragio universale diretto.
Prima, vi era solo un’Assemblea comune, con limitatissimi poteri, il che costituiva forte componente del cosiddetto “deficit democratico”. La stessa denominazione ufficiale di detta Assemblea (autoproclamatasi Parlamento Europeo nel 1962, ma come tale riconosciuto solo con l’Atto Unico Europeo del 1986).

Soprattutto dopo il Trattato di Maastricht del 1992, che ha introdotto la cosiddetta proceduta della codecisione, il Parlamento Europeo ha visto rafforzato il suo potere decisionale. Infatti, mentre in precedenza il potere legislativo in termini finali era praticamente riservato al solo Consiglio dei ministri, dopo l’introduzione della codecisione una proposta di “legge europea” proposta dalla Commissione europea, titolare esclusiva  del potere di iniziativa legislativa, può essere approvata in via definitiva solamente se alla fine di una determinata proceduta dettagliatamente prevista dai Trattati europei, ottiene il voto favorevole sia del Parlamento Europeo sia del Consiglio (Consiglio dei ministri, nel quale è presente un rappresentante a livello governativo per ogni Stato membro dell’Unione).
Oggi, dunque, abbiamo un Parlamento Europei con importanti poteri e se pensiamo che circa il 70 % e oltre delle norme che interessano la nostra vita quotidiana sono direttamente od indirettamente di carattere europeo, ben possiamo comprendere l’importanza di questa Assemblea legislativa e delle altre Istituzioni dell’Unione Europea che congiuntamente con il PE od autonomamente assumono decisioni che ci riguardano.
Va detto che il PE, come ogni Paramento in sistemi democratici ha il potere di controllo e di vigilanza su altre Istituzioni: Esso, inoltre, fra le sua funzioni, ha ora l’importante potere di essere determinante nella nomina della Commissione Europea, nei confronti della quale, in casi gravi, può esprimere un voto di censura e mandarla praticamente a casa.
Il PE elegge il Mediatore europeo, al quale tutti i cittadini dell’Unione Europea ed i soggetti anche di Paesi che abbiano una sede all’interno dell’Unione possono rivolgersi per segnalare casi di “mala amministrazione “ riferite alle Istituzioni europee.
Pur in un’Unione Europea che cammina con il fiato grosso, a causa di troppo egoismi nazionali che non vogliono ancora fare un vero salto di qualità e dare all’Unione la forza necessaria per confermarsi definitivamente nel ruolo di attore internazionale che in parte ora le è proprio, è necessario che tutti i suoi cittadini siano coscienti che questa Nuova Europa non è solo una opportunità, ma una imprescindibile necessità.
Purtroppo avvertiamo ancora troppo distanza fra cittadini europei ed Istituzioni UE. Cittadini che non si sentono rappresentati. Cittadini che non hanno la minima idea di che cosa succeda nei grandi e spesso lussuosi palazzi delle cosiddette “capitali europee”, Bruxelles, Strasburgo e Luxemburgo.
Cittadini che dopo aver eletto i loro parlamentari in Europa non li vedono più, non sentono la loro voce sul territorio. Non tutti stanno davanti alla TV od al PC per seguire eventi europei virtuali. La Commissione europea ha varato dopo il fallimento del progetto costituzionale una nuova strategia della comunicazione con incisività pratica e risultati deludenti. Certamente ai parlamentari europei è richiesto di essere presenti alle sedute plenarie e nei comitati, ma a loro è riservata ogni mese una settimana per essere sul territorio: un servizio doveroso che non molti rispettano e si occupano di tutt’altre cose.
A tutt’oggi le previsioni di partecipazione al voto europeo in termini generali non sono rosee. Delusioni, carenza di motivazione, affari interni alla Nazione, candidature che di europeo hanno poco ed altro ancora sono fra le prevedibili cause di di cause di disaffezione.
Noi trentini, che di norma abbiamo preso sul serio gli appuntamenti elettorali, non dobbiamo essere da mano ilo 6-7 giugno. La partecipazione al voto è una testimonianza di maturità democratica e di responsabilità: una responsabilità di dopo aver fatto io nostro dovere dovremo richiedere pure a chi eleggeremo, magari per il tramite, che speriamo sia più sensibile, delle nostre Istituzioni autonomistiche.
Noi trentini, che di norma abbiamo preso sul serio gli appuntamenti elettorali, non dobbiamo essere da mano ilo 6-7 giugno. La partecipazione al voto è una testimonianza di maturità democratica e di responsabilità: una responsabilità di dopo aver fatto io nostro dovere dovremo richiedere pure a chi eleggeremo, magari per il tramite, che speriamo sia più sensibile, delle nostre Istituzioni autonomistiche.

Giudicariesi candidati /Ivo Tarolli
Elezioni europee del 6 e 7 giugno 2009. Si vota per eleggere i 740 rappresentati del parlamento Europeo. Unico candidato Giudicariese, e uno dei pochi candidati trentini (in un’elezione che si svolge su 5 macro-circoscrizioni elettorali col Trentino accorpato a Emilia-Romagna, Veneto e Friuli) Ivo Tarolli, ex-senatore per due legislature a Roma e candidato nelle liste dell’Udc di Pierferdinando Casini. (r.b.)