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Mucche e marmitte catalittiche
Scritto da Administrator   
Sabato 04 Marzo 2017 23:00

Il vostro Saltaro è depresso e deluso. Lassù nell’empireo stanno discutendo da giorni del PD e della probabile scissione come fosse un problema che riguarda il mondo intero. Ma via!Stanno solo litigando per il potere, per le poltrone e per evitare di essere rottamati. Ma chi se ne frega! I vari D’Alema, Bersani, Emiliano e compagnia, cimeli storici di un passato da dimenticare e ricchi sfondati con i soldi nostri, non ne vogliono sapere di lasciare, vogliono tornare al potere. Speriamo di no! Sono storie patetiche, un po’ come quella del nostro Dellai che fa di tutto per tornare a fare il Presidente anche perché a Roma non lo considerano granchè.

Ma buon dio, non hanno altro di cui discutere i nostri santi Patroni. Ha ragione Papa Francesco, sono ben altri i problemi che affliggono il mondo che non le sfizie dei D’Alema e compagni. Così me ne sono andato schifato da tanta sciatteria e sono tornato nel cenacolo della sapienza antica, all’osteria della Maroca, vecchia ostessa dal profumo di stalla, ma leale e sincera come l’acqua delle nostre fontane, acqua buona, che aggiunta al vino preserva i suoi clienti da sbornie sconsiderate e consente al suo borsellino di riempirsi, senza eccessivi rimorsi. Infatti i miei sodali sono al tavolo come al solito ed ancora stanno commentando quella notizia strampalata dei figli su ordinazione raccontata dal dott. Martinello. Si rendono conto che ormai sono fuori dal mondo, loro insediati all’osteria e, fuori, un mondo che gira a mille, che ne combina di tutti i colori, che non trovi più un angolo di pace se non appunto all’osteria della Maroca. Nella loro gioventù bastava imbucare una strada qualsiasi per sentirsi in pace con se stessi e con il resto dell’umanità. C’era silenzio, serenità e pace, qualità preziose per una vita fatta d’amore per la natura e passione per i fatti propri. Purtroppo da allora molta acqua è passata sotto i ponti, qualche ponte è caduto, l’acqua sembra essere inquinata da mille veleni, e la pace dello spirito è ormai sostituita da rumori di ogni genere: aerei, trattori, motoseghe, falciatrici, motorini e suonerie di cellulari. Se poi leggi certi giornali, siamo davvero alla frutta. Le foreste che stanno andando a farsi benedire, il deserto avanza anche da noi, i liquami filtrano nelle falde  acquifere, l’anidride carbonica prodotta in mille modi, intrappolano il globo in una cappa di fuoco. Che tempo! Perfino le mucche non sono più quelle di una volta…Intanto ormai tutti le chiamano mucche, tempi addietro, erano solo vacche e basta, ma poi, secondo ricercatori americani, sembrano essere le maggiori responsabili dell’effetto serra che sta preoccupando gli scienziati d’ogni parte del globo. C’è poco da scherzare, per i ricercatori americani una mucca inquina quasi come un’auto. “Produrre un chilo di carne col metodo tradizionale macellando i capi allevati nelle stalle o all’aria aperta e nei pascoli, genera biossido di carbonio pari a quello generato da un’auto che viaggia per un centinaio di chilometri, fare burro e formaggio altrettante emissione, se poi c’è anche un maiale, le emissioni diventano gigantesche...”. Immaginate le nostre stalle del Bleggio e del Lomaso, con 50, 100 e più vacche, producono più anidride carbonica loro che una centrale a carbone. Bisognerà attrezzare le stalle con ciminiere e filtri vari. Prima o poi arriverà la direttiva. Il guaio è che, come tutti sanno, bovini, ovini e suini hanno l’abitudine di emettere gas. E questo si accumula nell’atmosfera e finisce per allargare a dismisura il buco dell’ozono. E allora? La soluzione è solo una, e gli americani ci stanno già lavorando nei grandiosi pascoli del Texas. Per evitare di allargare il buco dell’ozono, dicono, non c’è che chiudere il buco delle mucche. Stanno infatti sperimentando delle marmitte catalitiche e dei tappi filtro nel sedere. Non vorrei che si arrivasse prima o poi a dotare le mucche di speciali pannoloni, sarebbe esagerare. Più difficile è rimediare alle emissioni dei maiali, altrettanto dannose, perché più inquieti, ma sulle mucche non c’è scampo. Povere mucche, a cui sono particolarmente affezionato per averle accompagnate con lo sguardo in mille secoli, libere, altere, tranquille a brucare erba nei nostri pascoli a beneficio dell’ambiente e dei contadini che le allevavano. Povere mucche, finiranno per essere attrezzate di marmitta e poi verranno catalogate in base alle emissioni inquinanti, avremo mucche euro 4, euro 5, e mucche verdi; dovranno fare le verifiche ed il tagliando ogni due anni, come le vecchie auto, e, se non a norma, verranno macellate. Forse questo spiega perché da qualche tempo la mucca diventa pazza. Certo che sono tempi duri per le amiche affettuose della nostra gioventù, compagne di mattinate  fresche e pomeriggi solatii, quando i nostri ragazzi le portavano al pascolo. Certo che saranno tempi duri per le mucche, abituarsi alle nuove tecnologie non sarà facile. Non riesco a crederci. Non potranno più neanche scoreggiare in pace. Il pericolo sta nel fatto che se la cosa funziona, arriverà qualcuno che vorrà imporre tappi e marmitte anche agli uomini. Mah, questo è il progresso!  Progresso del ca…!