Sfoglia il giornale
Â
Â
Ricerca per Parole chiave
giudicarie elezioni condino montagna trento bleggio cittadini politica prodotti pinzolo sindaco trentino crisi sviluppo società 2010 tione consorzio provincia presidente scuola giunta cultura paese comune provinciale territorio comuni campiglio consiglio chiese comunità giudicariesi investimenti giovani festival banche rendena
Primo Piano
Politica
Sport
Economia
Cultura
Foto 2010
Nascite, sistema sotto osservazione |
Scritto da Administrator |
Martedì 09 Agosto 2016 09:37 |
Tre parti precipitosi in Giudicarie nelle ultime settimane: a Ponte Arche, Baitoni e Darè. Negli ultimi due casi le donne sono state elitrasportate al Santa Chiara dove hanno poi dato alla luce i loro bambini, nel primo invece la donna ha partorito la sua creatura sul ciglio della strada mentre cercava dalla Val Rendena di raggiungere Trento. Dalla chiusura del punto nascite di Tione sembra che i piccoli abbiano fretta di nascere. “Ghé vergòt che no va” si sente dire in giro in valle, da uomini e donne, l’azienda sanitaria nelle sue diverse figure dice di no, che non c’è stato rischio per partorienti e nascituri e l’episodio della mamma che ha partorito per strada era un inevitabile parto precipitoso per il quale nulla si poteva fare di diverso. L’eccezione che in ogni realtà esiste. Ok, ma solo più o meno. Digerito (più o meno) il rospo della chiusura del punto nascite di valle, comprendendo il tempo necessario perché il sistema sia rodato e funzionante, facendo un atto di fiducia verso l’azienda sanitaria che ribadisce la maggiore sicurezza del sistema attuale rispetto all’avere il punto nascite di Tione, non si può non constatare l’evidente problema di comunicazione in atto. I cittadini sono impauriti, confusi, in balìa degli eventi e delle emozioni che l’arrivo prossimo di un bambino comprensibilmente causa nei genitori e i casi delle ultime settimane sono la prova evidente che di serenità ce n’è poca in Giudicarie in questo momento: a Baitoni la partoriente si è recata al controllo davanti all’intensificarsi dei dolori e poi è arrivata a Trento come previsto dai protocolli, ma la percezione dell’utenza è che si sia sfiorata la tragedia; a Darè le prime versioni che si sono diffuse come un lampo fra la gente da parte di testimoni che avrebbero assistito al fatto parlavano di situazioni ben lontane dall’efficienza e dalla sicurezza, addirittura che il parto sarebbe avvenuto nella piazza del paese, poi invece si è appurato che è stato tutto ordinario con il trasporto in elicottero e il parto ore dopo al S.Chiara, ma ancora una volta fra i giudicariesi il sistema in atto è stato percepito come insicuro, disorganizzato e caotico; a Ponte Arche invece qualcosa davvero è sfuggito al sistema - perché un parto in strada nella ricca Europa Occidentale non ha niente di regolare - forse era davvero inevitabile perché non tutto può essere previsto e controllato dai protocolli, ma se il parto era così vicino, perché non ci si è fermati a Tione? L’ospedale non ha più il punto nascite è vero, ma ha pur sempre un pronto soccorso, sarà ben meglio che partorire in un auto da soli. Viene il sospetto che anche in questo caso l’insicurezza percepita abbia prevalso sulla razionalità, facendo proseguire il viaggio verso un ospedale lontano ancora 40 minuti invece di fermarsi: e certo non è da puntare il dito sulla partoriente o chi era con lei in quel momento, non è un cittadino tenuto a dover prendere decisioni così veloci in momenti talmente cruciali – eppure previsti, è un parto non un incidente domestico – quando l’emotività è alle stelle, il cuore batte forte le mani sudano e i dolori per la donna sono forti. Ma è il sistema che deve agire, garantire, informare. Se funziona, si prendano contromisure al panico, reale, che si sta diffondendo in Giudicarie sul parto: formazione per i futuri genitori o chi fra amici e parenti potenzialmente accompagnerà la partoriente in ospedale, una comunicazione capillare su cosa fare per chi sceglierà il Percorso Nascite, per chi invece preferirà di no o si troverà per turismo o in visita in trentino è il minimo che il territorio si aspetta. Prima che dalla percezione di insicurezza si arrivi invece all’insicurezza conclamata di questo sistema. (d.r.) |