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Le Giudicarie in cerca di energia
Scritto da Administrator   
Martedì 09 Agosto 2016 09:28

Diventato quasi un miraggio il metano per molte zone delle Giudicarie, vuoi perché dichiarate non metanizzabili come Ponte Arche o perché il processo di infrastrutturazione si è impantanato in lungaggini burocratiche e inghippi tecnici, vedi Campiglio, si ricercano nuove soluzioni e l’ultima che prenderà vita proprio per servire una parte di Madonna di Campiglio è quella del Gnl, Gas Naturale Liquefatto. 

Gli esperti di Dolomiti Gnl – società partecipata al 51% da Dolomiti Energia che sta proponendo questa soluzione in Trentino – assicurano che i vantaggi in termini economici e di rendimento, oltre che ambientali con emissioni di CO2 che variano da un 25% al 36% in meno rispetto al combustibile fossile, sono quelli del metano. Il progetto per una parte di Campiglio ha preso il via ormai qualche anno fa, davanti al pantano di burocrazia nel quale si è affossato l’arrivo del metano nelle Valli Giudicarie dopo che una legge nazionale, affidando in toto alla sola Provincia di Trento il mastodontico lavoro di mappatura e studio del territorio, ha di fatto bloccato il processo di infrastrutturazione.

Per Palù, a Campiglio, la situazione si è sbloccata lo scorso mese quando il consiglio comunale di Tre Ville ha approvato la deroga urbanistica necessaria all’inizio dei lavori per posare il serbatoio che ospiterà il gas. Sono un paio di anni che si è iniziato a parlarne e lo scoglio più lungo è stato proprio il posizionamento del bombolone per ragioni principalmente di impatto ambientale, poi lo stop per le elezioni nel neo nato comune di Tre Ville: oggi, comunque, la struttura alta 18 metri che ospiterà il bombolone di 60 mc sorgerà in una porzione di terreno nei pressi del bivio per Vallesinella, a monte della discarica Maroni.

L’arrivo del Gnl rappresenta la più realizzabile alternativa all’uso di combustibili fossili mai presentata negli ultimi anni per quel territorio. Una soluzione, quella del Gnl, che seppure per ora solo a livello esplorativo, è vagliata anche dal Consorzio Elettrico di Stenico e dalle municipalità coinvolte per un’altra località turistica giudicariese, Ponte Arche, che ha esigenze legate al turismo quindi un po’ particolari e già esclusa dall’arrivo del metano. Per Ponte Arche si era ipotizzato negli ultimi anni, complici gli interessanti incentivi statali, di realizzare un impianto di teleriscaldamento: progetto ipotizzato e studiato fino alla fattibilità dal Ceis, che lo ha però scartato a fronte della diminuzione degli incentivi per l’insostenibilità economica del progetto.

 

Teleriscaldamento che è parsa per anni un’alternativa valida all’uso del gasolio anche per l’abitato di Tione, ma è crollato anche nella realtà giudicariese che pareva più votata a realizzarlo grazie alla presenza massiccia di edifici pubblici: Asm, l’Azienda per i Servizi Tionese, ha infatti stralciato il suo progetto più ambizioso, avviato nel 2009:  un investimento di 10,3 milioni, con un contributo provinciale di 3,3 milioni di euro, ricavi di esercizio previsti per un ammontare di 1,3 milioni annui a fronte di 405mila euro di costi ai quali andavano aggiunti i costi del finanziamento necessario, un fabbisogno di cippato pari a 212 tonnellate di legname annue, 5 chilometri di rete per servire 29 utenze pubbliche e una potenza complessivamente allacciata di 8,9 MW. Per la realtà giudicariese e della Busa di Tione una grande opera – 200mila euro circa di progettazione, già spesi - stralciata davanti al cambio delle condizioni storico-economiche: il crollo dei prezzi dei combustibili fossili e quello degli incentivi statali lo hanno reso un progetto economicamente non sostenibile.

Il futuro della piccola Asm è peraltro molto incerto: “Gli scenari futuri prevedono non poche novità nel settore della distribuzione elettrica – ha spiegato il direttore Mario Eccli -  cesserà il mercato elettrico di maggior tutela e quindi i piccoli clienti non potranno più essere forniti dal distributore. Anche nel settore dell’acqua stiamo attendendo dei provvedimenti da parte della Provincia”. Insomma, al di là del teleriscaldamento ora naufragato, il destino di Asm è tutt’altro che definito, con il presidente della municipalizzata Daniele Bertolaso che parla di “profonda attività di ristrutturazione dell’azienda”.

Resiste invece e i lavori hanno superato tutto l’iter burocratico per avere il via libera, il progetto di teleriscaldamento del comune di Valdaone, dove nel dibattito nato attorno alla creazione dell’impianto si è molto puntato sulla sostenibilità ambientale, la qualità di vita e la creazione di una filiera corta che valorizzi le risorse boschive locali e crei anche un indotto economico. L’entrata nel progetto della casa di riposo di Pieve di Bono ha aiutato a garantire la sostenibilità del progetto valdaonese che potrebbe essere l’unico ad arrivare a buon fine in Giudicarie.