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Enti inutili, consulenze e scandali nelle partecipate |
Scritto da Administrator |
Martedì 17 Novembre 2015 13:06 |
Il vostro Saltaro è perplesso e non poco. Lassù, nell’alto dei cieli, San Prospero, esperto finanziario delle cose di questa terra, sembra ce l’abbia con il nostro Trentino. I Santi in paradiso neanche sanno dove sia il Trentino, piccola terra, un coriandolo, rispetto al mondo. Ma san Prospero è un osso duro, lui se qualcosa non va, te lo scopre e lo segnala, da buon ragioniere, di quelli di una volta: integerrimo e scrupoloso. “Lascia stare, stai perdendo tempo, i trentini son poi 521.000 abitanti, una piccola città, che non conta nulla nella girandola della globalizzazione e delle grandi masse...occupati d’altro, vecchio mio e lascia stare il Trentino...che, quassù, ha un sacco di protettori.” Così San Pietro liquida la cosa, ma san Prospero non molla: “Io continuo nella mia ricerca, a mo’ d’esempio, in Trentino abbiamo una situazione che se si diffondesse in tutto il mondo, sarebbe la fine...peggio della bomba atomica!” Incuriositi, i Santi del vicinato si sono subito raccolti intorno a san Prospero. Anche san Vigilio che del Trentino è il protettore, s’è fatto avanti, con gli amici martiri di san Zeno, san Romedio, e qualche beato in attesa di santificazione. San Vigilio, preoccupato, lancia la sfida: “Racconta, Prospero, raccontala tutta, mi rifiuto di credere che il Trentino non sia d’esempio nella buona gestione delle cose, da sempre abbiamo avuto severi amministratori, gente esperta, attenta al bene comune...” “Certo, continua san Prospero, certo, ma sai come va il mondo, le cose si evolvono e ti garantisco che oggi anche in Trentino gli amministratori, più che guardare al bene pubblico, guardano al proprio portafoglio.
Non tutti naturalmente, ma quasi! E per raggiungere i propri scopi hanno inventato una furbata, una rete di intrecci ed intrighi, che sta condizionando da anni, la vita politica e sociale della nostra terra. Società pubbliche, scatole cinesi, incorporazioni, fusioni, consulenze, un vero ginepraio che costa alle casse provinciali un sacco di milioni...” “Orpo!! Chi l’avrebbe detto...continua Prospero...continua...” E san Prospero continua: “La governance del Trentino spetta alla Provincia, un ente costituzionale, che gode di ampia autonomia e godeva di un sacco di risorse. E così, i vari capoccia, politicanti, più che altro, hanno inventato un marchingegno democratico per gestire al meglio il popolo trentino: “Troppa confusine in Consiglio Provinciale, tutti che vogliono saperla lunga, un sacco di tempo perso, le cose le decidiamo noi e poche storie...” così si disse nelle stanze dei bottoni di Piazza Dante, e allora partorirono tutta una serie di Società Partecipate, Società Controllate, Società collegate, e ad ognuna di queste società s’è affidata gran parte delle competenze del Consiglio, che venne espropriato del suo diritto-dovere di compartecipare alla cosa pubblica. Bella trovata, così il capo di turno, può giostrarsi a suo piacimento le vicende della Provincia, fare il bello e cattivo tempo, spendendo e spandendo, ampliando a dismisura la rete delle sue “amicizie”, si fa per dire! Geniale la trovata! Roba del Sud! Come sia potuto avvenire è scandaloso, ma a Trento sembra dominare da anni una lobby che domina la nostra politica in largo e in lungo, pochi personaggi che, senza alcun mandato, ne politico, né civile, di fatto sono i manovratori di gran parte, quella più proficua, degli affari provinciali. “ Per sant’Orsola, cosa sentono le mie orecchie, san Pietro toglimi l’udito, non voglio sentire oltre...” Si fa sentire san Vigilio scandalizzato, “...povera la mia terra!” “Ma non è finita, la cosa è molto più complessa, quasi diabolica...continua san Prospero, ogni nuova società ha bisogno di consigli di amministrazione, di amministratori delegati, di dirigenti e di manovalanza, e allora si procede con metodo, presidenti e consiglieri per gran parte uomini fidati, magari dirigenti provinciali che oltre alla loro paga assommano anche indennità lussuose, i dirigenti con paghe sovrabbondanti e manovalanze privilegiate. Ogni società poi, a sua volta partecipa con soldi provinciali ad altre società, fatto sta che fra grandi e piccole, queste diramazioni provinciali, incastonate ed interfacciate fra di loro, assommano ad una cinquantina. Chilo più, Chilo meno. Un gigantismo che stona non poco con la limitatezza del Trentino.
Il bello è che dopo anni e anni di scialacquio, sprechi, col cambio del timoniere, ci si accorge che tutta quella roba non è servita a niente, ha prodotto pochissimo rispetto ai soldi che ha speso, con essa s’è creata una rete di autorevolezza (?) politica impressionante, ed i milioni versati dalle cassa della Provincia per permettere a tutto quell’ambaradan di continuare a vivere, sono finiti, per gran parte su per il camino…” “Oh, certo, ho sentito anch’io dello scandalo Deloitte Consulting, con soldi provinciali sono state pagate consulenze per milioni di euro, a questa società, senza veder grandi risultati; dovevano riorganizzare la macchina provinciale, le comunità di Valle, la burocrazia, ma quelli hanno incassato e buona notte, almeno così riportano i giornali...” Conferma sant’Arnaldo, turbato. “Così s’è convenuto che tutte queste società sono risultate alla fine degli enti inutili: E.I., che non vuol dire Esercito Italiano, che è tutt’altro che inutile, ma enti inutili, statali, provinciali e comunali. Tutti da eliminare a furor di popolo, ma sì, bisogna spazzar via tutti quelli sprechi, e tutti sembrano d’accordo, ma le cose rimangono così come sono e non cambia niente, le società più o meno rinnovano i propri consigli e ripropongono le stesse indennità. Sembra che si vogliano unificare alcuni enti partecipati, ma non c’è molta speranza.
Ogni tanto ancora qualcuno si alza e strilla: “Elimineremo tutti gli enti inutili!”, ma poi tutto rimane come prima. Ormai parlare di società partecipate, di enti inutili, insomma, è fiato sprecato. Si sa, un ente inutile non chiude mai in utile, i conti sono spesse volte in rosso e sono più le spese per mantenere la struttura che per quello che dovrebbero fare. Gli enti inutili sono misteriosi, sono in pochi a conoscerne il funzionamento e le finalità. Sono di norma destinati a vivere in eterno, di loro si sa la data di nascita, ma finora non si conosce la data di chiusura di uno solo di loro. Sono necessari alla politica, permettono di distribuire libagioni ad amministratori e dirigenti, ad assumere quasi sempre per chiamata diretta anche la manovalanza, e a garantire a tutti lunga vita, con la garanzia che comunque in caso di chiusura i dipendenti passeranno direttamente in carico alla Provincia senza concorso ecc. ecc. con il beneplacito dei sindacati. Ad ogni elezione tanto qualcuno si alza e strilla: “Basta con carrozzoni , basta con le società partecipate, basta sprechi!” Così si nomina una commissione con altrettante indennità per ripulire il Trentino, e la cosa finisce come sempre. Chiacchiere, ancora chiacchiere, parole, relazioni, nuove consulenze, nuove spese e buona notte.
La Corte dei Conti avverte ogni anno: “Troppe le società para-provinciali, non se ne capisce la necessità..”, applausi un po’ da tutti, i giornali riempiono le pagine per qualche giorno e poi tutto torna da capo.” San Prospero s’è sfogato, la sua analisi sembra ineccepibile, i suoi Santi colleghi sembrano ammutoliti, San Vigilio, allibito, sembra l’unico a voler dire la sua, ne ha diritto, è lui il Patrono dei Trentini: “Grazie Prospero, ci hai chiarito la situazione e me ne vergogno molto, non credevo che i miei conterranei arrivassero a tanto, la cupidigia è il peggiore dei peccati, pregherò il Signore che queste cose non succedano mai più in futuro, che illumini gli animi dei nostri politici e pongano quanto prima rimedio, altrimenti faranno i conti con San Pietro al loro arrivo alle porte del paradiso...amen” Scioltosi il gruppo interessato alle nostre cose, ognuno se ne andava a per i fatti suoi, convinti, ormai, che gli E.I., gli enti inutili, sono una vergogna, uno schiaffo alla gente che lavora onestamente, ma anche convinti che di loro si continuerà a parlarne, ma gli enti inutili continueranno a vivere, in barba agli ignari cittadini, con i loro sprechi e la loro inutilità. E’ inutile farsi illusioni!
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